mercoledì, febbraio 15, 2006

FOSSE LA VOLTA BUONA CHE CE LA TOGLIAMO DALLE "PALLE"
...dato che di palle si parla.

un piccolo polverone, che si risolverà con un pugno di mosche, scommettiamo????
Tanto per metterla sempre in quel posto al "bel gioco"



Alessandro Moggi figlio del dg della Juventus, uno dei soci della GEA

I magistrati di Roma accusano la società di Alessandro Moggi di posizione dominante
La Gea World è specializzata nella gestione dei contratti dei calciatori

Indagato il figlio del dg della Juve
"Illecita concorrenza con minaccia"
Chiara Geronzi sarebbe pronta a cedere le quote


ROMA - Il nome di Alessandro Moggi, presidente della Gea World, figlio del direttore generale della Juventus, è stato iscritto sul registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta condotta dai pm romani sulla società di procuratori sportivi.

"Posizione dominante". I magistrati ipotizzano il reato di "illecita concorrenza con minaccia o violenza" in relazione al sospetto di posizione dominante della Gea, specializzata nella gestione dei contratti dei calciatori. L'iscrizione di Alessandro Moggi risale ad alcuni mesi fa ed è stata fatta all'interno del fascicolo scaturito dall'indagine sul doping amministrativo e sui bilanci delle società di calcio che vede indagati nella capitale anche il presidente della Roma Franco Sensi e l'ex patron della Lazio Sergio Cragnotti.

Le accuse di Gaucci. E' intenzione della procura di Roma verificare quanto raccontato a Repubblica dall'ex presidente del Perugia Luciano Gaucci rifugiato in un albergo di Santo Domingo. In particolare, i pm vogliono approfondire il capitolo legato alla vendita del giocatore Fabio Liverani dal Perugia alla Lazio: "Un affare da 25 miliardi di lire - ha sostenuto Gaucci - per cui sono stato costretto a pagare il 15% alla Gea di Alessandro Moggi e Chiara Geronzi. Sono andato personalmente, accompagnato dal mio autista, quattro, cinque volte nell'ufficio Gea al centro di Roma. Ogni volta portavo con me una valigetta stipata di contanti. Alla fine, ho versato 3 miliardi e 750 milioni di lire in nero. Sono stato costretto, mi hanno puntato una pistola alla tempia: se non davo quei soldi alla Gea l'affare non si faceva. Sono stati loro a far crescere la valutazione di Liverani da 20 a 25miliardi di lire e poi hanno indicato loro la percentuale della mediazione: intrattabile. Cragnotti neppure lo voleva Liverani".

Nelle interviste Gaucci faceva riferimento a Chiara Geronzi e proprio oggi la giornalista del Tg5 figlia del presidente di Capitalia Cesare Geronzi ha fatto sapere di essere sul punto di cedere le sue quote di partecipazione alla Gea.

Al setaccio altre compravendite. Ma l'indagini non si limita all'acquisto di Liverani. I magistrati che hanno raccolto una serie di denunce contro il cartello monopolistico della Gea World nel mondo del calcio, stanno passando al setaccio altre compravendite di giocatori. I pubblici ministeri hanno sentito infatti nei mesi scorsi alcuni procuratori, come Vincenzo Morabito, Dario Canovi e Sergio Berti, l'allenatore Zdenek Zeman e lo stesso Cragnotti sotto inchiesta per i bilanci della Lazio. Gli inquirenti vogliono accertare, tra l'altro, se i calciatori siano liberi di scegliere i procuratori e se alle squadre, nel momento della formazione, vengano imposti i giocatori dalla Gea.

(15 febbraio 2006)


^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^


La società di procuratori finita sotto inchiesta per "posizione dominante"
già al centro di un'indagine dell'Antitrust e della Federcalcio

Gea, così i figli dei potenti
hanno messo le mani sul calcio
In scuderia oltre duecento giocatori e allenatori, il caso Siena
Tra i soci, oltre al rampollo di Moggi, anche De Mita e Lippi jr



ROMA - Cosa hanno in comune la figlia di un grande banchiere, il figlio di uno degli allenatori più famosi d'Italia, il rampollo di uno dei politici più potenti della Prima Repubblica e il figlio del direttore generale della più importante squadra di calcio italiana? Per chi segue con attenzione le vicende della serie A la risposta è semplice: gli affari, fatti tutti insieme sotto la sigla "Gea World", la società che fa il bello e il cattivo tempo nel mondo del pallone.

Per chi si intende del "campionato più bello del mondo" non è neppure troppo difficile attribuire ad ogni definizione il nome giusto: la figlia del grande banchiere è Chiara Geronzi, primogenita del presidente di Capitalia Cesare Geronzi; il figlio dell'allenatore è Davide Lippi e suo papà al momento siede niente meno che sulla panchina degli Azzurri; il figlio del potente uomo politico è Giuseppe De Mita, l'erede dell'ex presidente del consiglio e segretario della Dc Ciriaco; il figlio del direttore generale è Alessandro Moggi, il pargolo di Luciano, boss della Juventus e del calciomercato.

Una società dagli agganci e le conoscenze influenti. Ai vertici, oltre ai figli famosi, che all'epoca della nascita del sodalizio occupavano tutti posti chiave in vari club di A, c'è anche Franco Zavaglia, ex procuratore di Francesco Totti e in passato ne facevano parte anche parenti di altri illustri personaggi caduti nel frattempo in disgrazia come Andrea Cragnotti, figlio dell'ex presidente della Lazio travolto dallo scandalo Cirio e Francesca Tanzi, la figlia dell'ex patron del Parma spazzato via dal crac della Parmalat.

Complessivamente la Gea World cura gli interessi di circa duecento calciatori tra serie A e B e nella lista dei clienti ci sono molti nomi celebri: Nesta, Di Vaio, Oddo, Giannichedda, Tacchinardi, Materazzi, Liverani, più vari allenatori, come Mancini, Guidolin, De Canio e Del Neri. Una società che i detrattori dipingono come il male numero uno del calcio, una sorta di clan in grado di influire su tutto il mercato, dal costo degli ingaggi alle valutazioni di tecnici e giocatori. Ed effettivamente l'ampiezza del parco clienti, il possibile conflitto di interessi dovuto alle tante parentele influenti e i presunti metodi non proprio ortodossi sono stati più volte oggetto di indagini e sospetti.

La notizia che Alessandro Moggi risulta iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma non è certo un fulmine a ciel sereno, ma solo l'ultimo capitolo di una lunga storia.

Nel marzo 2002 la Federcalcio aveva formato una commissione di dieci membri per cercare di fare chiarezza. Nove mesi dopo ha stabilito che "la Gea World opera legittimamente e senza commettere violazioni regolamentari". Forse dal punto di vista strettamente regolamentare era tutto a posto, ma certo fece storcere più di un naso il fatto che le convocazioni dell'allenatore della Nazionale potessero essere macchiate dal sospetto di un tornaconto economico per il figlio procuratore (stupì in particolare la chiamata in azzurro da parte di Lippi della giovane promessa della scuderia Gea Marco Cassetti).

Ancora più inquietanti, per quanto tutte da verificare, le affermazioni di uno che il calcio professionistico lo ha vissuto dal di dentro. "È storia di queste settimane - raccontava a Repubblica esattamente un anno fa l'ex presidente dell'Ancona Ermanno Pieroni - Il Siena, penultimo in classifica, ha fatto il miglior mercato d'inverno. Ha preso sei uomini di peso, persino un difensore di prima fila della Juventus, Tudor, fin lì negato a tutti. Che cosa è successo? La Gea è riuscita a far cacciare Gigi Simoni, un gentiluomo del calcio italiano, per mettere in panchina un suo assistito, Luigi De Canio. Simoni si è sempre rifiutato di entrare nel parco Gea e ora paga".

Pieroni si lanciava poi in altre accuse (costategli un'annuncio di querela) e in un pronostico: "Moggi, sa - raccontava ancora - è riuscito a far litigare lo storico direttore sportivo del Siena, Nelso Ricci, con il presidente De Luca: la storia del rinnovo del contratto del brasiliano Taddei. Quindi, ha piazzato al suo posto il fido Perinetti, uno che di Moggi conosce tutti i segreti. Sono pronto a scommettere: Taddei a giugno finisce alla Juventus o alla Roma". Almeno su quest'ultimo punto i fatti hanno dato ragione a Pieroni.

Affermazioni simili sono state espresse negli anni passati anche da un altro veterano del calcio italiano come il procuratore Dario Canovi. "Questi personaggi - lamentava - mettono in pratica l'arroganza del potere, evidentemente sanno di non rischiare nulla (...) esprimo anch'io dubbi sulla regolarità del campionato: ci sono perfino presidenti che hanno costretto loro giocatori a cambiare procuratore".

I sospetti, insomma, sono rimasti tutti in piedi e a riaccenderli ci ha pensato l'Antitrust avviando un'indagine conoscitiva sul rischio di una posizione dominante da parte della GEA World. Dubbi che si sono sommati a quelli di natura fiscale avanzati dalla Guardia di Finanza, che nel 2004 ha iniziato a passare al setaccio i conti della Gea World a caccia anche di elementi utili alle indagini sulla bancarotta della Cirio e a quelle sul cosiddetto "doping amministrativo" nel calcio. E sarebbe da questi accertamenti, ai quali si sono aggiunte le recenti accuse della famiglia Gaucci sulla vicenda Liverani, che avrebbe preso le mosse l'inchiesta di cui si è avuta notizia solo oggi.

(15 febbraio 2006)

martedì, febbraio 07, 2006




















torna a gentil richiesta l'aggiornameno sulle Stirato Issue..sito nuovo, vita nuova.

sempre grandi complimenti a Seba e la sua cricca!

venerdì, febbraio 03, 2006

TETTE VENDESI...o parte di esse



noi lo sapevamo già, ce lo aveva detto tempo fa MONDO OLTRO che tale Jordan Katie Price si vuole togliere un peso, nel vero senso della parola.
Pare che in una sua dichiarazione fuori dai denti abbia detto :
"Ste zinne me 'mpicciano, quasi quasi me le levo"
Il tutto però in lingua anglosassone...per tirar su pure due soldarelli ( oltre che le tette ) la signora ha deciso di vendere le protesi su ebay, il posto dove ci si possono trovare le mejo porcate.
Cercando su ebay, si trova però un tizio che ha messo un annuncio civetta dove vuole raccogliere soldi per beneficenza.
La caccia alla tettazza finta è ancora aperta, chi si fregierà della protesi?

ma...secondo voi? sono riutilizzabili?