venerdì, agosto 08, 2003

questo è un articolo tratto da Repubblica.it, una cosa talmente assurda
che poteva capitare solamente in italia


Costiera amalfitana: un hotel ottiene tre miliardi
ma assume solo 5 persone. Il record a una cartiera


Sei miliardi per un posto
Il miracolo dei patti territoriali

di ANTONELLO CAPORALE


La costiera amalfitana


AMALFI - Hotel Le Sirenuse, meraviglioso cinque stelle di Positano. Grande professionalità, cortesia squisita: "Signore ci dispiace, ma fino ad ottobre siamo al completo". Sarebbe bello venire a novembre, quanto costa una matrimoniale? "682 euro a notte". Sei-otto-due. La divina costiera non fa sconti, non può permetterselo perché qui è tutto così magnifico e così unico che se vuoi accostarti e sentire il profumo degli scogli da una camera vista mare, anche solo per una notte, devi giustamente passare prima in banca. E' invece lo Stato, che pure non versa in buonissime condizioni (in questi giorni è costretto a fare come i poverielli di Napoli: vendere la propria casa e poi riaffittarla), a prendersi cura di queste bellissime stanze d'albergo: le amplia, ci mette l'aria condizionata, le mattonelle preziose di ceramica, i mobili dell'ottocento. Toglie l'umido dai muri se c'è, ombreggia il posto auto, fa ogni sciccheria richiesta dal luogo e dalla clientela, molto vip, che lo frequenta. Infatti alla società che gestisce Le Sirenuse, il ministero del Tesoro staccherà un bell'assegno di quasi tre miliardi di lire. Quasi tre miliardi (2846 milioni) per permettere di ammodernare, riattare, adeguare, investire e trovare un lavoro duraturo ad almeno cinque persone. Cinque nuovi occupati per tre miliardi. Pochi chilometri più in là, a Cava dei Tirreni, un solo posto di lavoro, uno soltanto, è costato quasi il doppio: sei miliardi. Primato storico e menzione speciale.

Si chiamano patti territoriali. L'idea fu di Tiziano Treu, all'epoca (1996) ministro del Lavoro di Prodi. Pur di sollevare le aree depresse del Sud si decise di stornare, a favore di zone ben delimitate, un pacchetto d'aiuto finanziario per le imprese e per gli enti locali. Finanziamento a fondo perduto fino al 70 per cento dell'investimento privato. In queste aree di grande disagio sociale ed economico finalmente la mano pubblica si faceva vedere. Le imprese investivano, i comuni creavano opere al servizio dell'industria (la strada, il depuratore o il parcheggio). Tutto in tempi certi e definiti con l'unico obiettivo di creare posti di lavoro. Anche la costiera amalfitana, baciata dalla natura al punto che per molti mesi all'anno rimane piegata dalle torme di turisti che riempiono ogni buco, si fece - su carta intestata - povera e depressa. Tale in qualche modo si dichiarò. A Roma non mossero ciglio, né avanzarono domande. Furono garantiti al ministero del Tesoro 1184 posti di lavoro nuovi di zecca contro 100 miliardi di lire a fondo perduto.
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Eccoli qua: il Cipe ha approvato le pratiche passate attraverso rigorosissime istruttorie di società specializzate. Turismo innanzitutto. Alberghi, naturalmente. Il Tramonto d'oro di Praiano decide di investire 628 milioni a patto, ecco l'intimo significato di patto territoriale, che lo Stato di quella cifra ne metta i due terzi. L'imprenditore ama il rischio, è il suo mestiere. All'hotel Tramonto d'oro, quattro stelle, se vi sbrigate c'è ancora posto. Solo 220 euro a notte. Al Bristol (708 milioni di investimento di cui 502 a carico dello Stato) riuscite persino a fare la dieta: mangiando una sola volta a giorno, e comunque pernottando, 150 euro bastano. Che sono una miseria, nemmeno trecentomila.

L'idea del patto territoriale "Costa d'Amalfi" venne cinque anni fa a Raffaele Ferraioli, il sindaco di Furore, borgo di seicento abitanti, la perla della Costa. Ferraioli ha il volto del democristianone, e infatti è molto orgoglioso di essere democristiano. Ferraioli è sindaco, è anche presidente della locale comunità montana, e anche presidente del Patto, e anche amministratore delegato della società che gestisce il Patto. Il poveretto fa una vita d'inferno, ma non fiata: "C'è chi mi dà questi pesi liberamente e democraticamente. Io non ero nemmeno d'accordo, soprattutto se si tiene conto della irrisorietà del contrappeso economico", ha detto ai concittadini che leggono "è Costiera", il periodico del luogo.

Pesi e contrappesi. Ferraioli, il motore della divina costiera, a un certo punto ritiene che sia meglio allargare i confini del promontorio che si adagia sul mare perché, insomma, pur con tutta la buona volontà oltre agli alberghi ad Amalfi e Positano, Furore e Praiano, resta poco. L'indice di disoccupazione non è proprio catastrofico e dunque... La Costiera arruola quindi nel Patto la città di Cava dei Tirreni, che non affaccia a mare è vero, che nemmeno è meta turistica e anche questo non si può negare. E' però un centro industriale, piccole e medie aziende fiorenti, con imprenditori sani e capaci. Cava dei Tirreni, almeno sulla carta e di fronte al Cipe, diventa, con i suoi cinquantamila abitanti, territorio integrato alla Costa d'Amalfi. La legge non solo non lo vieta, ma è anzi scrupolosamente rispettata.

Il patto non delude la new entry: metà dei fondi arrivano dalla costa in città. E sono tante le iniziative e gli investimenti che si mettono in moto. La Cartiera del Tirreno produce carta igienica. Vuole ingrandirsi e soprattutto occupare. Mette sul piatto le sue carte: spenderà 7 miliardi e quattrocento milioni in nuovi investimenti a patto, vedete? ritorna sempre il patto, che lo Stato contribuisca con cinque miliardi e 700 milioni, il 70 per cento del totale. Tre milioni di euro pubblici e - garantito - un (1) posto di lavoro. La Cartiera, poi divenuta Tts, entra senza volerlo nei guinness: nella lunga storia d'Italia mai è costato così caro un posto di lavoro. Le società incaricate dell'istruttoria hanno verificato tutto a puntino: non c'è trucco e non c'è inganno. L'imprenditore aveva garantito: se mi date tre milioni di euro io assumo un (1) operaio. Così effettivamente è successo. Chi infatti non aveva le carte in regola è stato escluso. Ha ricordato la titolare di una società che trasforma carni, la Ruocco & Amatruda di Agerola: "Mi chiamarono nella sede del Patto. Andai ma non trovavano la pratica, mi fu detto che non si trovava più". Cose che possono accadere se si corre e si bruciano le tappe. Ferraioli, il leader del consorzio, l'ha sempre denunciato: "C'è una circolazione abnorme di fogli di carta che spesso non sono ufficiali, circolano fogli in cui non si capisce bene chi sta dentro e chi sta fuori. La graduatoria ufficiale è quella ufficiale", ha infine chiarito e concluso.

Ad oggi, quando un terzo del cammino è stato compiuto e quasi 35 miliardi su cento sono stati erogati, è difficile fare un punto, dire quanti di quei mille e rotti lavoratori sono effettivamente occupati nelle strutture industriali e alberghiere ammodernate. "Li dovremmo andare a contare", ha dichiarato alla stampa l'intramontabile Ferraioli. Poi, riflettendo a voce alta, il Keynes della Costiera ha aggiunto: "Trentacinque miliardi in corso di spesa ragionevolmente comportano un certo numero di posti di lavoro tra falegnami, manovali, fabbri, carpentieri. Cioè tutti coloro che stanno realizzando i lavori per 35 miliardi. Come si fa a negare l'evidenza?".

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