giovedì, settembre 12, 2002

Questa l'ha scritta Livia ( la mia signora ) sempre in relazione agli avvenimenti di ieri ad
un anno fa.
E' un pensiero molto bello, a me piace particolarmente il pensiero/paura della tesi
universitaria.
abbiate anche questa :)

C'è un buco laggiù; quel vuoto architettonico di un anno fa.
Lo splendore di una torre gigantesca creata da una mente raffinata esperta di acciaio e vetro.
Van der Rohe e il suo palazzo di cristallo, l'ideatore dell'open space e delle pareti
divisorie in cristallo ha dato il via alla realizzazione ostinata e precisa di giganti in ferro e vetro, perfetti stabili ma fragili.
Quelle vetrate altissime a cuspide nell'atrio luminoso, lucenti, splendenti, ma fragili.
Piani su piani, peso su peso, corridoi lunghissimi, pissole stanze una dentro l'altra,
grandi sale con panorama mozzafiato; stabilità impressionabili, calcoli raffinati a definire
fino a che punto un oggetto del genere possa resistere.
Ma può resistere davvero?
I calcoli attenti bastano a dire "si ce la farà a reggere"?
Architettonicamente una trappola infernale, una vera trappola di cristallo; e dire che gi americani ci fecero un film con Steve McQueen.
Ma come tutti i migliori film americani da li' uscirono tutti o quasi.
Una volta a New York c'erano due di questi spettacoli dell'ingegno umano.
Torri perfette in tutto, stabili, potenti, altissime da brivido, l'uomo ha superato se
stesso realizzandole, luminose di giorno specchio del sole, luminose di notte con le luci
accese come il più bel albero di Natale.
The Big Apple, la grande mela simbolo di ricchezza ambizione di ogni giovane americano, meta
da raggiungere nel sogno americano dei newyorkesi.....Torri della stessa altezza ma una la
rendeva la più alta per il pennone altissimo posto sulla sua sommità; superavano l'Empire
State Building, che oggi ha ripreso di prepotenza il suo posto a New York come il più alto grattacielo.
All'università spesso sentivo dire che alla tesi di progettazione bisognava realizzare
proprio un grattacielo e mi spaventavo; un grattacielo; "certo" - mi dicevo - "i piani potrei farli tutti uguali, tanto si sa che alla fine è tutto prefabbricato, e poi è più
semplice...ma i calcoli...la messa in sicurezza, la sua elasticità e solidità..."
Ma poi mi sarebbe piaciuto davvero realizzarne uno?
Non lo saprò mai....ma questa è un'altra storia WTC era fulcro dell'economia, fulcro della commistione di popoli, fulcro
dell'intelligenza umana.
Ma una mente contorta ha fatto calcoli ben più precisi a superare i calcoli di staticità
fatti negli anni della costruzione delle torri. Eh già ma forse allora gli aerei non erano
così sofisticati e così grandi, di peso come possono essere oggi; ed ecco che con una
piccolissima percentuale il calcolo di staticità va a farsi benedire e la torre cade, si inginocchia e cede sotto il suo stesso peso e per il calore incalcolabile che all'improvviso avvolge la sua struttura, possente ed eterea al tempo stesso; in pochissimo tempo "collassa"
lasciando tutti esterrefatti; non ci si immaginava che collassassero in così breve tempo, no davvero!
Là ora c'è un vuoto e ciò che un tempo si chiamava World Trade Center oggi si chiama Ground Zero.....Piano Zero.
Tutto si crea tutto si distrugge...tutto scorre...tutto passa...Prima delle torri c'era il vuoto, dopo di loro c'è di nuovo il vuoto.
Ma la mente umana lo azzera e adesso a guardarlo da un monitor mi semrbra solo che non ci sia mai stato nulla a Ground Zero.
Tutto passa, a volte o sempre si dimentica, ma come mia nonna non dimenticava la guerra io
come forse tutti non dimenticherò le immagini della gente che si gettava dai piani
incastrati e irraggiungibili, in preda alla disperazione, consapevole che ormai non c'era più futuro per loro.
Rimane solo parte della fontana che si trovava ai piedi dei grattacieli, che ha retto l'impatto nel crollo dei due giganti...si trova a Battery Park.
Un minuto per pensare, non volevo ma alla fine l'ho fatto.

Livia

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