martedì, marzo 13, 2007

Cocco bello, cocco Fresco!!!!!



Vero eh?
solo che, quello non è l'invocazione del venditore di cocco in spiaggia ma il venditore di "altro cocco" nelle discoteche un pò in tutta italia.
Vendono ai ricchi : modelle, calciatori, manager, imprenditori, ma anche
dentisti, avvocati, notai, fruttaroli, macellai ecc ecc..la coca ormai E'
diventato il nuovo status symbol della ricchezza, ma denota una grande povertà
dell'animo.
Di persone che tirano, non ne conosco direttamente, o magari non lo so, mica ce l'hanno scritto in faccia.
Magari il mio commercialista, magari il mio consulente, magari quello dell'assicurazione...che ne so?







Al centro dell'inchiesta viaggi a Saint Tropez, alberghi extralusso e discoteche per vip
"Ci vediamo in discoteca": dentro i festini, fuori i paparazzi in attesa

Coca e veline, le notti brave di Milano
"Quello che conta è l'immagine"

di PIERO COLAPRICO


Coca e veline, le notti brave di Milano
"Quello che conta è l'immagine"" width="200">

Aida Yespica

MILANO - Ma in queste serate alla milanese, come ci vediamo? "Con o senza?", chiede la bellissima Fernanda Lessa, un passato anche da conduttrice tv. E la risposta, anche nell'intercettazione telefonica, ha il punto esclamativo: "Con!". E vuol dire, si legge nelle carte, con la cocaina, con la bamba, con la polvere. L'inchiesta su Lele Mora, agente di spettacolo, e Fabrizio Corona, fotografo "ammanicato", più che parlare di reati, racconta nottate e feste deliranti con donne, droga e calciatori. Uno "stile di vita" all'insegna di una parola magica, molto milanese: "immagine".

Tutte le ragazze testimoni, forse vittime, forse complici, forse chissà parlano così tanto d'immagine che lo stesso pm John Woodcock ad un certo momento deve sbottare: "Che significa? Ci dia una definizione tecnica di serata di immagine". E Giuseppina Ricchizzi risponde: "Tipo... che ne so, tipo compagnia, si andava a cena, si andava in discoteca". Come le dame di compagnia di un tempo: ma scollate, in mini, "allumeuses".

Più d'una ragazza senza arte né parte, né conto in banca proprio, racconta la normalità di alloggiare in alberghi come il Four Season, 5 stelle di lusso, quadrilatero della Moda, dove s'incontra con un imprenditore. Pure sfottuto con il nomignolo di "Babbo Natale". Qualcuna di queste ragazze raggiunge qualche vip di Milano e dintorni in barca, magari a Saint Tropez. E come spiega forse meglio di tante soubrette, schedine e veline la giovane Dora Rutigliano, uno yacht-man "voleva comunque la presenza di ragazze carine in barca". Per fare che cosa, chiedono i pm? "Ma immagine!".

Come si fa a non capire che alcune discoteche della Milano by night, senza "l'immagine" che cosa diventerebbero? "Io parto come ragazza immagine - spiega ancora la signora Rutigliano, un tempo amica e protetta di Emilio Fede, molto arrabbiato perché era finita in mezzo a troppe "immagini" - e lavoravo in discoteca come modella... quindi (il tipo della barca, ndr) cercava la presenza comunque di belle ragazze in barca, modelle, prettamente modelle...". Come un'altra ospite, Sara Tommasi: "Ci danno un gettone, è gente estremamente ricca". Il gettone è di mille euro? "No, solo a me li hanno dati, perché ero l'unico personaggio più in vista".

Essere in vista, però, può anche procurare brutti scherzi, a Milano e dintorni. E all'Hollywood di corso Como, che è misteriosamente ma non troppo il posto più in vista di tutti, ne succedono delle belle, nonostante anni di risse e storie molto dubbie. Là ci vanno i calciatori, le modelle e, quindi, ogni giovane maschio che vuol dimostrare di avere denaro e ogni ragazza che vuole far vedere quant'è bella. Tanta gente tranquilla, anche. Gente comune che ama dire: "Sai chi c'era? Sai chi ho visto?".

Rivela un'altra ragazza immagine, Francesca Lodo: "Ci si ritrova in discoteca, a volte... All'Hollywood, piuttosto... Non posso... non posso fare i nomi, non mi va di fare i nomi". Ma poi racconta, e si legge ancora nelle carte, che Belem Rodriguez, amica e collega, "una pista l'ha fatta con me". Dove? "Nei bagni dell'Hollywood". Bagni affollatissimi. Ci puoi incontrare che "pippa una riga", stando almeno a un'intercettazione, pure Francesca Versace. E, appena fuori dalla discoteca, ecco scattare gli agguati. E pure i calciatori Coco e Gilardino vengono paparazzati, prima uno e poi l'altro, insieme a ragazze che chissà come gli sono arrivate in braccio: e tutti devono pagare, per "non avere nocumento all'immagine".

Ma fosse solo l'Hollywood: nelle carte c'è chi racconta di come ha comprato "cocaina per conto della soubrette Aida Yespica, da un certo G.", in seguito identificato in un dipendente della discoteca Toqueville di Milano. Milano è così, ci si incontra, ci si scorda, si riesce a campare alla grande non sapendo che cosa si fa. Come il Pietro Tavallini, che sembra l'erede della "Milano da bere" e, stando ai magistrati, "è ben inserito nel mondo dello spettacolo, della moda e dello sport, dei protagonisti della cosiddetta "Milano by night", non per particolari attitudini o ruoli lavorativi, ma per conoscenza diretta di persone che ne fanno parte, soprattutto appartenenti a famiglie della cosiddetta "Milano bene"".

Milano bene? Quella di un tempo, se c'era, chissà dove s'è nascosta (da anni). E quella di adesso non è certo composta da Silvia Abbate, detta Paris Hilton, o dal servizievole Tavallini, che dev'essere uno anche simpatico, visto che Fernanda Lessa, dopo alcuni interrogatori in cui ha capito che spira pessima aria, gli dice: "Ti porterò una tortina con la lima".

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