giovedì, luglio 31, 2003

si...lo so che non ve ne può fregare de - ma....
il 3 sarebbe il mio compleanno ;)

denghiu
Chiedi Perdono

I libbbri di Isabu'


L'autrice : Ann Marie MacDonald


Ann Marie MacDonald


Perchè tanta animosità attorno a quest'opera?
perchè questo libro, è uno di quelli che puoi rileggere all'infinito e, ad ogni lettura, carpire e captare
messaggi diversi, perchè questo è un libro che ti cattura fin dalla prima pagina, perchè questo più che
un libro, è un Odissea che attraversa più di trent'anni di storia, ora non vi rimane che andarvelo a comprare; ma se
ancora non siete decisi, prima leggetevi la recensione...prego ;)


La colpa e l'estasi nel capolavoro della canadese Ann-Marie MacDonald
di Luigi La Rosa


C'è un romanzo che lascia nel lettore una sensazione nitida, precisa, inconfondibile.
Il senso dell'infinito.
La misura di un tempo ciclico, che procede rafforzando i significati della pagina, caricando la continuità del racconto di simbolismi ed enunciati.
Chiedi perdono, questo il titolo dell'opera in questione, capolavoro assoluto di una narratrice d'eccezione: la canadese Ann-Marie MacDonald, drammaturga e attrice di successo, già affermata negli ambiti del teatro, del cinema e della televisione.


James fa l'accordatore di pianoforti quando incontra lo sguardo della dodicenne Materia nella casa dei suoi genitori. È piccola, curiosa, avida.
Si ferma sotto l'arco grande del salone e lo fissa dentro una pozza di luce. Quel giovane uomo biondo, la certezza di una promessa.
Quel ragazzo le mette dentro la tentazione dell'oceano.
Quando vanno via nella speranza di un futuro d'amore, il padre di Materia sigilla il suo giuramento con la cenere:
non rivedrà più quella figlia della vergogna, e le sue volontà ricadranno sul futuro dell'intera famiglia.


È così che ha inizio la bellissima saga familiare dei Piper, anticipata dal magico prologo di Fotografie mute,
dove la scrittrice ripercorre le foto di ciascun personaggio, sfiorando i sorrisi, gli sguardi, le interrogazioni, i turbamenti, con un tono di livida poesia.


"Questa è una fotografia della città dove vivevano. New Waterford. È una notte illuminata dalla luna.
Immagina di guardare dall'alto di un campanile le vivide sfumature di luce e ombra della fotografia.
Un centro minerario a ridosso di una scogliera che strapiomba su lembi di spiaggia rocciosa, dove il mare argenteo si frange e rifrange, blandendo la luna.
Pochi alberi, erba rada.
Dài un'occhiata laggiù, alla via dove abitavano. Water Street. Una strada di polvere compatta e sassi sparsi che, dopo l'abitato, porta al grande cimitero a picco sull'oceano. Il sospiro che senti è solo il mare".



Solleviamo per un momento l'obiettivo da quella piccola stradina sepolta dalla polvere e osserviamola nella sua interezza, Cape Breton,
un'isola di acerba bellezza chiusa nel tedio primordiale dei suoi ricordi.
Delle sue malinconie. È qui che la famiglia di James e Materia conquista gli spazi angusti della propria esistenza, dettando illusioni e fasti,
sancendo amori e passioni, disegnando itinerari esistenziali e percorsi umani.
Chiedi perdono è soprattutto una potente epopea del senso di colpa.
Il male che abita la casa dei Piper è lo stesso che si tramandano come un segreto attraverso le generazioni, di padre in figlio, di fratello in sorella,
fino alla fine dei tempi, in un turbine di sentimenti e di pulsioni che fanno delle quasi seicento pagine di quest'opera un affresco di insuperato splendore.


James sa che tra tutti i figli, Kathleen è quella che gli somiglia di più. Che ha recepito la sua antica passione per la musica.
Lei, con quei capelli rossi da diavolo e da strega, ma la voce è quella di un usignolo innocente, la voce di un angelo.
Preferirebbe che tra lui e la figlia non ci fosse quell'imbarazzante presenza della moglie.
La sua incultura. La sua pelle nera da araba mancata. La sua intolleranza. Il suo poco amore per i libri.
Per Kathleen sogna la gloria, i teatri italiani, New York. Kathleen, l'immagine stessa della bellezza e della grazia.
La sua Eleonora Duse. La fata elegante. Il suo è un amore solitario, struggente, che si consuma nella pura contemplazione di un talento,
ma che prima o poi detterà le sue esigenze, i suoi bisogni più efferati.


"Kathleen a New York è in tutto e per tutto Kathleen. Questo è l'effetto che fa una città, se è quella giusta.
Lei ha personalità da vendere, niente passato e non ha mai respirato tanta aria in vita sua.
Viene da un'isola dell'Atlantico circondata solo da aria di mare, eppure è nei corridoi a cielo aperto di questa fantastica città, opera dell'uomo,
che finalmente riesce a respirare. È di quest'aria che vivono gli dèi. Gli dèi che realizzano qualcosa.
Non gli dèi che si gingillano su antichi promontori esalando vapori fossili, nell'attesa che qualcuno ricostruisca i frammenti di saghe dimenticate,
disfatte dal tempo. Quelli sono dèi che a furia di starsene sulle rocce stanno per diventare di pietra. I nuovi dèi, invece!
Quel radioso coro baritonale. Dimorano in ogni putrella d'acciaio, in ogni ponte sospeso, in ogni sfavillante treno d'argento,
in tutte le cose verticali e orizzontali, nei vetri, nella ghiaia e nella sabbia. Fanno grandi respiri e producono grandi suoni,
e a ogni respiro e a ogni suono schiudono un'altra fetta di cielo".



La scrittura di Ann-Maria Macdonald possiede una semplicità e una pulizia notevoli, che si prestano magistralmente alla narrazione del tempo che fugge.
Le esistenze di James, Materia, dei loro figli così diversi eppure così simili, della guerra come un misterioso frastuono poco lontano:
tutto si armonizza in un tratto incisivo che percorre la pagina dalla prima all'ultima riga, disegnando avvallamenti, circonvoluzioni emotive,
curve del pensiero, alchimie dei sensi.
Un chiaroscuro che non dimentica mai le sue valenze di morte, il suo color d'osso di seppia, perché alla fine,
l'unico vero protagonista in mezzo a tanto caos, è solo, probabilmente, l'oblio.


Bello, bellissimo romanzo d'esordio riconosciuto con il Commonwealth Writers Prize.
Chiedi perdono, cui il titolo imprime già la bruciante cifra del suo tormento esistenziale e della sua sensibile vocazione al dramma,
è un'opera che ci consegna, intatto e vibrante, il senso doloroso della vita e del tempo.
Non ci sono argini nella vita, così come non ci sono in questa scrittura superba, libera, capace di suonare come la corda di un violino secentesco.
Non possiamo non riconoscere in Ann-Marie Macdonald, una delle più abili e virtuose creatrici di storie dei nostri giorni.

Ann-Marie MacDonald
Chiedi Perdono
gli Adelphi, Milano, 2002
pp. 589 - 10 Euro



Un piccolo escursus tra le varie copertine ed edizioni


la copertina Originale





la copertina dell'edizione Inglese





un altra versione canadese



la versione italiana





la versione tedesca

mercoledì, luglio 30, 2003

la mia macchina alla mattina diventa luogo di discussioni filosoficomusicaletterario con la cara amica Chià.
I luoghi di discussione si sono spostati dalle Agorà greche, via via nei secoli ai caffè letterari ed ora...
luogo di aggregazione ( non di massa ) sono le automobbili che ogni mattina menano al lavoro noi piccoli
lavoratori...ma non vi dico la "levatura" dei nostri discorsi, stamattina poi.... ;)

martedì, luglio 29, 2003

arieccomi qua, dopo una medio lunga assenza da queste pagine...

consiglio letterario, che arriva dopo i famosi "fochi", ma che può far sempre piacere.
La mia spacciatrice di Libbbri & Musica, qualche tempo fa mi consigliò questo libbbro


Amabili Resti - Alice Sebold - Edizioni e/o, Euro 15,00 - pp. 416


Amabili Resti di Alice Sebold, un libro che in america ha fatto un ottima riuscita, e che sta riscuotendo un ottimo successo
anche dalle nostre parti.
Trattasi di opera prima di questa scrittrice, o perlomeno, prima opera con risalto globale.

In sintesi la storia ( che poi avrò l'onore di recensire....aaargh!! ) : personaggio principale è una bambina, uccisa a soli 14 anni da un serial killer pedofilo, che prima la stupra e poi seziona il corpo della vittima per occultarlo.
Per tutto il libro, la voce narrante, è quella della bambina morta, che dal suo cielo scruta gli accadimenti terreni e...

il resto non lo so nemmeno io, lo finisco e ve lo faccio sapere.
Per saperne comunque di più sull'opera spingetevi fino a ....qui

mercoledì, luglio 23, 2003

Trasferta ! ! !


e domani sono in trasferta nella regione emiGlia roMAGNA tra Bologna, Budrio e Imola...daje!


a bologna...città del turtelen, e della mortazza....

'na fetta de mortazzaaaaaa ! ! !

a budrio invece, udite udite, città natale dell'OCARINA, questo mmmmitico strumento musicale e...

o....carina!!!!

ed Imola, dove la minima velocità consentita è 300 Km/h

gnieunnnnnnn.....

si parte alla mattina e si torna alla sera sui mitici treni EUROSTAR, speriamo bene, e speriamo
di non accumulare eoni di ritardo ;) ;)

alla prossima per gli aggiornamenti

martedì, luglio 22, 2003

e salve!
è un po che non ci si legge vero?
troooppa roba da fare e, conseguentemente, troppo poco tempo per farla
ma vabbè..tanto è sempre così.
quando avrò del tempo disponibile...mi lamenterò Xchè non ho un cazzo da fare ;)

giovedì, luglio 17, 2003

Operazione Vacanza 2.0


in due mosse, scacco al Re ;)
nuove novità sulle nostre vacanze sul sito del VIAGGIO


Le mirabolanti avventure di...


io sono quello con i baffi (finti), e col cappellon boero, MadMAx è quello col
casco stellestrisce, e The Fly e quello seduto dietro ;)

che scpettacolo! ! ! !

Mitticiiiiiiiiii!

lunedì, luglio 14, 2003

Operazione Vacanza


...riusciranno i nostri eroi ad organizzare il loro viaggio di nozze?
segue le appassionanti avventure sul sito del VIAGGIO


venerdì, luglio 11, 2003

lucida follia distillata

e voi che vi credevate che su internet ci stava gente normale...?
io trovo questo Bloggatore veramente geniale.
Ha chiamato il suo Blog Coniglio Cattivo e lo ha farcito di questi disegni
cosi innocentemente cinici, da lasciarti sul viso un sorriso amaro misto ad un sotteso
divertimento...
Se andate sul sito perdete le ore a leggere tutte le "avventure" del coniglio ;o)
ci sto mettendo un po, ma tra poco saranno ripristinati tutti i link...
e aggiunti di nuovi ;)
IL NUOVO TEMPLATE!!!!!
ma non è ...meraviglioso

ghe ghe ghe....
Jezzosita', io direi...





e questa sera è proprio il caso di dirlo sapete?
sono infatti reduce da un mezzo concerto di Brad Meldhau
al Jazz Club "La Palma", il concerto è all'interno di una manifestazione più grande che si chiama
"Dolce vita Jazz Festival", patrocinato dal comune di roma.
Per maggioni informazioni clicca sui loghi qua in alto..
Devo dire non male il ragazzo, che si è esibito con il suo trio in mirabolanti acrobazie
sulla tastiera del suo pianoforte...





sono rimasto incantato dalla bravura e dalla maestria del batterista; veramente tutto molto bello
ed appassionante, contando poi che questo era in ASSOLUTO il mio primo (mezzo) concerto Jazz.
Poco male, vuol dire che il prossimo sarà il primo intero.
Ma ora qualche nota di costume, che non guasta mai :
il pubblico dei concerti jazz, e' molto get down, ovvero non si scompone mai se non per
applaudire, ma in modo molto molto composto, i pezzi proposti dal sedicente artista.
Altra nota : l'età media degli astanti, si alzava ben olte i 30 annetti, e questo fa capire il motivo della
prima affermazione.
La cosa poi che subito ho notato è che non si sentiva odore di CANNE, e che nessuno era disposto a...
UNIRSI AL POGO! ! ! ! !
Ho cioccato poi uno di quelli SFIGATISSIMI, un NERD praticamente
che si era portato un registratore digitale per RUBARE il concerto e risentirselo a casa milioni di volte...
io il massimo che sono riuscito a "portare via" due fotine sfocate del palco, fatte col mio MMMITICO telefonino ;)








Meldhau è quello piccolo piccolo che si vede all'angolo sinstro della foto...

mercoledì, luglio 09, 2003

Ciao Francè...

io non ho nient'altro da aggiungere a quello che ha detto chiara, l'unica cosa è che a me ancora
non pare vero, anche se ho visto, ma la realtà si posa su un altro piano dove la ragione
fatica ad arrivare, e capire che non ci sei piu'...
Non avrei mai pensato ma...le tue cazzate ci mancano, molto


dal Blog di Chiara


un abbraccio fortissimo...



: domenica.

sono uscita di casa con la bottiglietta di acqua piu' fredda del mondo nella mano. la tenevo per il tappo per non farla riscaldare troppo in fretta, ma tanto poi e' successo lo stesso. davanti a me un deficiente ciclista occasionale era talmente occasionale che non sapeva nemmeno frenare e quasi faceva un frontale con una land rover di fronte alla caserma dei carabinieri. ho deciso che volevo sentire vancouver, e' la prima volta che ascolto jeff buckley dal 1998, escludendo i dispetti della radiofonia locale. non e' stato strano, anche se: ma il finale di quella canzone e' veramente troppo affrettato. mi sono sentita bene a camminare cosi' tanto. ho anche allungato un po' il percorso, per stare per strada piu' a lungo. me la sono presa comoda. quando sono arrivata all'angolo con la strada per il cimitero mi sono sentita strombazzare alle spalle e emanuela mi ha caricato in macchina, "scommetto che stiamo andando dalla stessa parte", e parte con un sorriso. che poi e' strano quanto siamo sereni tutti i giorni senza di te, france': e' come se cercassimo di copiare il tuo stile. stiamo tutti cercando di essere te, sorridiamo fino all'ingresso del cimitero, e anche dentro, perche' e' la cosa piu' importante che ci hai lasciato in eredita'.
e io che pensavo di essermi mossa troppo presto. oggi sono venuti tutti a dirti ciao, del resto lo vedi - ci sono pure io. naturalmente ci sono i tuoi, e sono contenta che anche tuo papa' sia uscito di casa, anche se mantiene una certa distanza da te. si fa quello che gli inglesi chiamano small talk, nessuno crede che alessio si sia fidanzato, maria fa tanto d'occhi, si discute il nuovo tatuaggio di serena, alessandro mi racconta della casa nuova che non sono ancora riusciti ad occupare, emanuela si tiene occupata con i fiori, antonietta mi fa i complimenti per il lavoro, tua mamma si e' appena macchiata il vestito con il polline dei gigli della tomba di sotto e discute le strategie per eliminarla (la macchia, non la tomba). poi le conversazioni si sfilacciano, nessuno ha piu' niente da dire, e quando ci ricordiamo che siamo qui e non dove avremmo voluto, alla festa del tuo compleanno, cominciamo a piangere con effetto domino. uno via l'altro.
la tua tomba e' la piu' bella di tutte, bisogna essere obiettivi: perche' e' colorata dalle cose che ti lasciano tutti quelli che ti vogliono bene, e te ne lasciano tante e non penso di doverti spiegare il perche'. non so se hai visto che ho messo una delle mie palline di vetro blu proprio sotto la tua foto. sai cosa vuol dire. l'ho spiegato a emanuela e l'ho fatta piangere di nuovo, mi dispiace. poi ha per forza voluto riaccompagnarmi a casa in auto, e ha fatto la stessa stessa strada che facevi quando toccava a te, ma mi sono guardata bene dal dirglielo. abbiamo parlato delle coincidenze, di quelle cose che gli altri chiamano cosi' pero' non sono. hai capito, no?
Lacio Drom
Piero Pelu' a ROMA ! ! !





Ieri sera...concerto di PIERO PERLU' ! ! !
dopo taaanto tempo sono andato a riverede il mitttico Piero all'opera su un palco
HO anche provato a fare delle foto ma...





mi sa che il telefonino, poco ha potuto vero?

Cmq, pubblico ordinato, e a tratti zompettante.
Si è partiti con alcuni pezzi dell'ultimo lavoro di Piero, pero' gli animi
si sono scaldati sui pezzi più datati, tratti dai lavori fatti con i Litfiba ( sniff )
Fata Morgana, Tex, El Diablo, Denti Stretti, Apapaia, sono solo alcuni dei pezzi cantati dal
mitico Piero.
Adrenalina a mille e grande show sul palco farcito, come sempre, dalle sue tipiche
mossettine e movimenti sinuoflessuosi.

Grande energia tra il pubblico, qualche pogatina...ma nulla in confronto alle
mega ammucchiate che si facevano ai concertoni da 25.000 persone al palazzetto
dello sport...





giovedì, luglio 03, 2003

Francesca1972

E' ufficiale, il blogghino si farà paladino della "corsa all'oro"
di Francesca, per comparire sulle pagine patinate del nuovo calendario di Clarence del 2004.
Sono contento di questo ruolo, che ci porterà, da oggi fino a gennaio a rincorrere voti, click
e preferenze.
So che il pubblico di Isabù, una mano ce la darà.

Faccio a nome di tutti un GROSSO IN BOCCA AL LUPO alla nostra Francesca.


VOTATELA ! ! !

votatelavotatelavotatelavotatelavotatelavotatelavotatelavotatelavotatelavotatelavotatelavotatela
A noi ce piace Cristina Aguilera...

e potrebbe essere questo uno dei motivi che ha spinto questa mano anonima a
SCARABOCCHIARE il visino angelico della VIRGINEA ( ancora ?!?!?! ) artista
ma il motivo è ben altro...
questi manifesti erano presenti nella metropolitana di NY, nella settimana dell'11/9
quell' 11/9 tanto per capirci.
Possiamo quindi dire che, questo è lo sfogo dei giovani paesani di New York
sul bel faccino della diva, annateje a di de no!




Per visitare l'intera galleria dei SCARABOCCHI clikkate su britneyunderground
RASHMON un film di cui nn mi ricordo niente...

ricordo solo che l'ho visto a casa del mio professore di letteratura, per prepararsi all'esame di maturità.
Un film LUNGHIIIIIISSIMO tutto in B/N, per miglior chiarezza, e per ricordarmi anche io qualche cosa.
La trama del film è PRESSAPPOCO questa :





di Massetti Gianfranco


Un monaco buddista ed un boscaiolo sono reduci da un processo per l'omicidio di un samurai.
Per ripararsi dalla pioggia incessante che si sta abbattendo su di loro, si sono rifugiati sotto la
decrepita porta di Rashô, che sorge a Kyoto, un tempo capitale dell'impero nipponico.
Qua sotto, i due si scambiano le reciproche perplessità intorno alle deposizioni dei protagonisti della vicenda.
Al loro dialogo si aggiunge anche un viandante, l? sopraggiunto, al quale illustrano la vicenda.
L'accaduto viene cos? rievocato attraverso una serie di flashback che corrispondono alle deposizioni dei testimoni.

Un samurai stava attraversando il bosco con la sua giovane sposa, ed al loro passaggio il bandito Tajomaru,
che dormiva nei pressi del sentiero, si era improvvisamente destato.
Il vento aveva sollevato il velo della donna, e, alla vista del suo splendido viso, Tajomaru era stato colto dal desiderio di possederla.
Egli aveva cos? inseguito la coppia e, con l'inganno, aveva indotto il samurai ad addentrarsi nel folto degli alberi,
mentre la sposa era rimasta sola ad attenderlo sul sentiero. Quindi, disarmato e legato il samurai,
Tajomaru aveva raggiunto la donna invitandola a seguirlo nel bosco, dove il samurai, secondo le sue affermazioni, avrebbe avuto un incidente.
Quando la donna si era trovata di fronte allo sposo legato ad un albero aveva avuto una reazione di rabbia:
aveva cominciato ad insultarlo e ad irridere le sue presunte capacità di samurai. Poi aveva estratto un pugnale e si era avventata contro Tajomaru,
il quale si era ancor più eccitato.
Cos?, dopo una breve schermaglia, la donna si era arresa, consenziente al bandito.
Ottenuto ci? che cercava, Tajomaru si apprestava ad andarsene, quando la donna lo avrebbe scongiurato di salvare il suo onore battendosi col marito,
per decidere con un duello a chi dei due dovesse appartenere.
Tajomaru aveva perci? sfidato l'avversario e lo aveva lealmente battuto, ma la donna era nel frattempo fuggita.

Questa è la deposizione del bandito, o meglio, il suo punto di vista relativamente allo svolgimento dei fatti:
egli sa che deve morire e cerca soltanto di attribuire la colpa morale dell'uccisione del samurai alla donna,
presentando se stesso come un valoroso guerriero in grado di vincere un campione di arti marziali.

La confessione della donna smentisce completamente la versione del bandito.
Disonorata in presenza del suo sposo, dopo che Tajomaru era fuggito, dice di essersi affrettata a
liberare il samurai, che invece di offrirle conforto e comprensione si era rinchiuso in un muto disprezzo nei suoi confronti.
In lui non c'era nemmeno rabbia, solo disprezzo: più volte la donna aveva scongiurato il marito di ucciderla,
non riuscendo a sopportare il gelo del suo sguardo; ma quello era rimasto immobile come una statua.
Sarà dunque lei ad uccidere il samurai, quasi per sbaglio, crollandogli addosso, svenuta, e affondando cos? la lama del coltello che impugnava.
Pur di salvare il proprio onore, la donna mente, al pari di Tajomaru, e accusa se stessa dell'omicidio,
scusandosi col tribunale di non avere avuto il coraggio di uccidersi.

Interdetti, i giudici non sono in grado di stabilire come siano veramente andate le cose.
Pertanto, decidono come estrema ratio di convocare una strega per evocare lo spirito del samurai e sapere la verità da lui direttamente;
sennonché un onore da difendere lo avrà anche quest'ultimo.
La versione dello spettro è che la donna, dopo aver sedotto Tajomaru, lo aveva istigato ad uccidere il samurai.
Sorpreso da tanta ferocia, il bandito lo avrebbe invece liberato, rimettendo la sorte della donna nelle sue mani.
A questo punto, mentre la donna fuggiva, inseguita da Tajomaru, il samurai avrebbe fatto harakiri con il pugnale di lei.
Quest'arma dalla preziosa impugnatura non è stata per? rinvenuta sul corpo del samurai. Che fine ha fatto?
Chi è che ha tolto il pugnale dal suo corpo? Lo spettro non è in grado di rispondere alla domanda,
sa tuttavia che qualcuno quel pugnale l'ha tolto.
A questo punto interviene per? una quarta testimonianza. Quella del boscaiolo sotto la porta di Rashô.
Lui sa come sono andate le cose. Era presente e di nascosto ha osservato tutta la vicenda.
I fatti si sono svolti in un modo assai più meschino di quanto i tre abbiano voluto far credere.
Infatuato dalla donna, Tajomaru le avrebbe chiesto umilmente di abbandonare il samurai per andare con lui.
Sfidato dal bandito, il samurai avrebbe rifiutato di battersi, considerando sua moglie alla stregua di una sgualdrina. Cos?, di fronte all'ignobile comportamento dei due spasimanti, la donna li avrebbe aizzati a sostenere un ridicolo duello di fughe e scorrettezze reciproche,
dove il samurai avrebbe addirittura implorato la propria salvezza prima di morire.
La donna che aveva comunque respinto il vincitore sarebbe poi fuggita , mentre l'infortunato Tajomaru
ritornava sui suoi passi per recuperare le armi del samurai.

Sotto la porta di Rashô si sente un vagito: è un bimbo, avvolto in povere coperte, che è stato abbandonato da qualcuno.
La pioggia è cessata e il viandante, che si è furtivamente impossessato delle coperte del bambino, si avvia per la propria strada.
Il boscaiolo vorrebbe fermarlo, ma quello lo colpisce con un ceffone e lo accusa di essere stato lui a rubare nel bosco
il prezioso pugnale della donna: è per questo che non ha reso la propria testimonianza davanti al tribunale,
non per evitare di essere compromesso, come aveva detto.
Umiliato, il boscaiolo si mette da parte, senza più una parola. Poi, si avvicina improvvisamente al monaco,
che tiene il bambino fra le sue braccia, e si offre di prenderlo con sé : ha già sei figli ed uno in più non farà differenza.
Il monaco che aveva dichiarato all'inizio del film di avere perso la propria fiducia nell'umanità ritorna a sperare.
Si è scritto che Rashômon risente molto della passione di Kurosawa per Pirandello.
Tuttavia, questa favola medievale, che si rifà ad un racconto dello scrittore Ryunosuke Akutagawa,
riflette soprattutto i principi della tradizione orientale.
Il film di Kurosawa si apre con la morte del samurai e finisce coll'episodio del trovatello: inizio e fine,
nascita e morte si alternano, secondo il ciclo che i buddisti definiscono come samsara.
In Rashômon, per?, ritroviamo anche il dramma del moderno relativismo, che sfocia nella negazione
nichilistica del valore epistemico della verità.
L'origine di questo dramma risiede nell'amor proprio degli individui e cioè in quella egocentrica enfatizzazione
dell'Io che sta all'origine dell'egoismo.
Rashômon è la traduzione cinematografica di questo dramma: una tragedia dell'egoismo che si fa menzogna,
anche quando cerca di ristabilire la verità, come nel caso del boscaiolo.
Soltanto l'illuminazione pu? salvare l'uomo dalle bugie di questo mondo, ed è nel gesto di incondizionata
solidarietà umana del boscaiolo che questa illuminazione si rivela al termine del film.
Si badi bene che non si tratta tuttavia del principio di carità cristiana, ma di un atto che rivela la conquista del Sé,
rappresentato in modo simbolico dal bambino privato persino dei suoi umili panni.


Massetti Gianfranco Janmas@libero.it


mercoledì, luglio 02, 2003

Clarendaio 2004


Evvai!
anche quest'anno, puntuale come un Alce, è arrivato il Clarendario.
Per quei pochi che ancora nn lo conoscono, si tratta del concorso ideato
dal sito Clarence, per eleggere "Miss Internet"
ovvero la reginetta di bellezza che comparirà sulle pagine patinate di un calendario a distribuzione NAZZIONALE.
Lo scorso anno, il Sito di Isabu, ha fatto il tifo per Flory ( andate a scartabellare gli archivi...)
quest'anno, puntiamo su un cavallo di razza, ovvero : FRANCESCA1972


VOTATELA ! ! !


per vedere tutte le sue foto, vi sarà sufficente fare CLICK
e ditemi che ne pensate...

martedì, luglio 01, 2003

Scatti Rubati e...non


Oh...oltre all'evento clou del Week end, la vita va avanti, ed anche io sono approdato alla
masnada di gente che ha in telefonino con la telecammara per fare le foto...ed ecco che mi sono messo
subito all'opera


toh! chi si vede... ;o)


la cosa bella è...scattare e immortalare pezzi di vita e di routine quotidiana, come...l'attesa della metro
nel sottosuolo di Piazza di Spagna...


seduto sopra una panchina del metro'


la gente che, alla chetichella, vuole uscire dal tunnel per rivedere la luce ( oddio, mi
pare quasi di vaneggiare cos'? ...)


Adriana, Adriana ! ! !


ma puo' capitare anche di stare ad un semaforo nell'attesa che diventi VERDE no?
come per questo ignaro turista ..


in attesa del momento del POVERUOMO


ma, non per ultima lascio la testimonianza della mia droga personale :
RRRADIO DI GEI; uan nescion uan stescion




Anteprima Foto del MatrimoGno

Eccole!!!!
Le prime foto ufficiali dell'evento dell'anno ( almeno per me )...
Per dare una sbirciatina, basta clikkare QUI