lunedì, aprile 07, 2003

IO NON HO PAURA - Niccolò Ammanniti

Ed. EINAUDI TASCABILI - STILE LIBERO

Pp 219 - euro 8,26


Io non ho paura


Mi sono avvicinata a questo scrittore con molta curiosità. La prima volta che ne ho sentito parlare è stato in una trasmissione radiofonica di Radio Deejay.; Daria Bignardi, allora meno conosciuta, ne fece una recensione dettagliata e interessante, ma giustamente velata, che mi incuriosì molto.

Non l'ho comprato subito pur ripromettendomi di farlo presto; ho aspettato perché dato il tema piuttosto difficile ero scettica o forse spaventata, o forse ancor di più non conoscendo Ammanniti non riuscivo a fidarmi del fatto che potesse essere una buona lettura.

"Io non ho paura" ha vinto il premio letterario Viareggio - Repaci 2001 per la narrativa, e questo mi ha incuriosita maggiormente, forse rassicurata.

Dopo altro tempo passato a pensarci decido di acquistarlo ma la mia ritrosia sembra ben radicata perché non inizio subito la lettura. E' lì nella mia libreria, lo guardo e lo riguardo; finalmente mi decido e nella lettura sono seriamente invasa da sentimenti contrastanti. Lo amo e lo disprezzo al tempo stesso. Mi piace il modo semplice e diretto di Ammanniti di comunicare, nessun giro di parole, tutto è lì sotto gli occhi del lettore. Dunque scorre tutto via veloce all'apparenza eppure non sono totalmente soddisfatta, almeno fino ad un certo punto, ovvero fino a quando gli eventi cominciano a crescere, a infittirsi, a viaggiare velocemente, ad aumentare il ritmo e quindi l'interesse del lettore.

Tutto è incentrato e concentrato sul piccolo protagonista che affronta gli eventi più grandi di lui, suo malgrado. Data la sua età il lettore entra nel mondo di un fanciullo, nei suoi pensieri e soprattutto nella sua viva immaginazione, nei suoi perché e nelle sue paure.

Particolare interessante , oltre alla giovane semplicità del protagonista, è il suo coraggio e la sua energia vitale affiancati alla curiosità che lo porta a cercare la soluzione dell'arcano mistero in cui viene a trovarsi coinvolto senza volerlo.

Ammanniti affianca personaggi stravaganti al protagonista, fastidiosi individui in molti atteggiamenti spiegati con dovizia di particolari.

Tutto l'ambiente risulta ostico, scialbo, povero di sostanze e a volte di contenuti, ma è questo l'ambientamento del racconto, estrazione sociale povera che spiega il perché degli eventi. Il piccolo protagonista, che racconta in prima persona, spicca come un faro nel buio fino a divenire l'eroe del romanzo. Cosa scopre di tanto assurdo? Scopre in una buca ai piedi di una casa abbandonata e diroccata un corpicino martoriato ma in vita. E da qui comincia un andare e venire, una sequenza di domande per lui senza risposte fino alla triste consapevolezza (quasi immediata) che in tutta la faccenda sia coinvolto suo padre.

Non vado oltre, voglio lasciare la curiosità a chi di voi possa da adesso essere interessati a tale lettura. Il testo, come già detto, scorre via in fin dei conti, velocemente, ma a mio avviso il finale lascia un po' a desiderare, perdendosi in una risoluzione troppo netta e troppo rapida, soprattutto pensando che fino alla metà del libro il tutto soffre di una conclamata lentezza; ma si lascia leggere e vivere.

posted by Livia Frigiotti

Nessun commento: