lunedì, novembre 18, 2002

Libbbreggiando



Buonasera cari tutti.
questa sera apro le postature con un consiglio libbbresco, si tratta de
La prima sorsata di Birra di Philippe Delerm.
Io ne ho una copia nell'edizione I MITI Mondadori dal costo
minimo di vecchie 7.900 lire, saranno poco più di 4 EURI
E' un libro composto da un 20ina di storielle, tutte molto brevi, ma tutte molto belle.
Il titolo completo dell'opera è "La prima sorsata di birra, e altri piccoli piaceri della vita";
infatti gli altri capitoli del libro si chiamano :
- L'odore delle mele
- Andar per more
- In un vecchio treno
- Il croissant per strada, ecc ecc
Ogni racconto è un dipinto idilliaco che racconta antichi sapori e atavici ricordi;
mi viene in mente di paragonare ogni capitolo di questo libro, ad un quadro fatto
all'acquarello.
E' un libro tattile, fatto di ricordi, sensazioni, sentimenti e sensi, è un bel libro
da leggere magari dopo cena, in tutta tranquillità, o magari prima di addormentarsi.
Per darvi un idea del tono del libro, vi propongo il racconto che da il titolo
all'Opera.
L'idea di questo post, mi è venuta in mente stasera sulla strada del ritorno, in macchina con
Chiara; precisamente quando lei, dopo aver
sorseggiato la sua "bibitaprodottadaunafamosissimamultinazionaledellebollicine ha
detto "Certo che la prima sorsata di questo bibitaprodottadaunafamosissimamultinazionaledellebollicine ha
proprio un sapore particolare"...



::la prima sorsata di birra


E' l'unica che conta. Le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo
un appesantimento tiepido, un'abbondanza sprecata.L'ultima, forse, riacquista,
con la delusione di finire, una parvenza di potere...Ma la prima sorsata!
Comincia ben prima di averla inghiottita. Già sulle labbra un oro spumeggiante,
frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato beatitudine velata di amarezza.
Come sembra lunga, la prima sorsata. La beviamo subito, con un'avidità falsamente istintiva.
Di fatto, tutto sta scritto: la quantità, nè troppa nè troppo poca che è l'avvio ideale;
il benessere immediato sottolineato da un sospiro, uno schioccar della lingua,
o un silenzio altrettanto eloquente; la sensazione ingannevole di un piacere che sboccia all'infinito...
Intanto, già lo sappiamo. Abbiamo preso il meglio. Riappoggiamo il bicchiere,
lo allontaniamo un po' sul sottobicchiere di materiale assorbente.
Assaporiamo il colore, finto miele, sole freddo. Con tutto un rituale di circospezione e di attesa,
vorremmo dominare il miracolo appena avvenuto e già svanito.
Leggiamo soddisfatti sulla parete di vetro il nome esatto della birra che avevamo chiesto.
Ma contenente e contenuto possono interrogarsi, rispondersi tra loro, niente si riprodurrà più.
Ci piacerebbe conservare il segreto dell'oro puro e racchiuderlo in formule.
Invece, davanti al tavolino bianco chiazzato di sole, l'alchimista geloso salva solo le apparenze
e beve sempre più birra con sempre meno gioia.
E' un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata.




La prima sorsata di Birra


Philippe Delerm è nato nel 1950 nel sud-est della Francia e attualmente vive in Normandia. Sposato, padre di un figlio, è
rofessore di lettere al Collège de Bernay. Ha già pubblicato numerosi libri, di cui alcuni per l'infanzia. Con quest'opera, un vero caso
ditoriale, balzata in vetta alle classifiche francesi e baciata da un clamoroso successo, ha vinto il premio Grandgousier.

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